24 ft -Mandolino Crociera
24 ft -Mandolino Crociera
Nel mio libro sulle barche tradizionali italiane avevo pubblicato un disegno gentilmente fornitomi da Sergio Spina. Da vari anni questo esperto ed appassionato conoscitore della marineria tradizionale che vive sull’isola d’Elba, disegna barche, in parte rilevandone le linee dalle non molte barche tradizionali che sono sopravvissute, in parte interpretandone le linee con una certa libertà. Fra i suoi disegni, assai ben fatti, mi aveva colpito quello di una deliziosa barchetta a vela latina di 4,80 m genericamente definita “barca tipica italiana”. Me ne sono ispirato, pur con molte variazioni sia nelle forme che nel piano velico, per questo piccolo cabinato di aspetto marcatamente tradizionale. Inizialmente avevo concepito la barca più in funzione di un uso giornaliero (cabinato da passeggio), rivolgendo la mia attenzione più all’estetica che allo sfruttamento degli spazi interni, poi mi sono reso conto che le forme dello scafo, profondo ma non esageratamente stretto, offrivano la possibilità di trasformarla con poche modifiche in un piccolo cabinato da crociera costiera dotato di un comfort sorprendente per una barca di queste dimensioni. Per questo ho sviluppato una variante (Little Ox crociera) con il bordo libero più alto e con la tuga un po’ più grande. Il costruttore può quindi scegliere fra una versione più elegante e classica, ma con abitabilità interna abbastanza ridotta e una versione più confortevole con un’altezza d’uomo all’interno di 1.60 m. In entrambe abbonda lo spazio per stipetti, gavoni, serbatoi e vi trova spazio perfino un piccolo locale separato per il WC. La barca ha buone doti marine. Le forme del piano di deriva e l’ampia superficie bagnata connessa alla scelta della chiglia lunga non lo avvantaggiano nelle andature di bolina con vento medio-debole, ma nelle altre andature portanti essa risulterà senz’altro veloce, dolce sull’onda e piacevole. Il comportamento in termini di prestazioni migliora senz’altro se si opta per la soluzione con deriva mobile: gli inconvenienti legati a questa soluzione e le maggiori complicazioni nella costruzione si bilanciano con il sensibile miglioramento sotto vela.
Per quanto riguarda la costruzione abbiamo previsto due diverse modalità, che differiscono fra di loro per difficoltà costruttiva e anche per risultato estetico.
Entrambi i sistemi rientrano nella tipologia dello strip planking ma mentre il primo è, pur con qualche variante, sostanzialmente il sistema strip planking classico, che prevede un’ossatura interna in legno (molto semplificata rispetto alla costruzione classica ma pur sempre abbastanza lunga da realizzare) il secondo è il cosiddetto “composite strip planking”, del tutto assimilabile a una moderna costruzione in sandwich, in cui l’ossatura interna è ridotta al minimo (praticamente è costituita dalle sole paratie). Il primo sistema è adatto a costruttori esperti e richiede più tempo, compensato da un aspetto interno tipico di barca classica, con costole in legno a vista. Il secondo sistema, prevedendo un largo impiego di vetroresina, non consente di lasciare a vista l’interno dello scafo, che deve quindi essere verniciato.
Dal punto di vista strutturale i due sistemi si equivalgono; il secondo consente di ottenere una barca un po’ più leggera. Nelle istruzioni vengono spiegati entrambi i sistemi, chiamati rispettivamente costruzione standard e costruzione semplificata.
Lunghezza: 7,43 m
Progetto di: Paolo Lodigiani
Carena tonda, costruzione in strip planking
Difficoltà di costruzione: elevata